L’intervista con Isabella, la bibliotecaria di Carugo, fa emergere alcuni interessanti spunti di riflessione.
Il primo punto è che i Lettori, quelli con la L maiuscola, quelli così detti forti, quelli convinti, sono davvero pochi. Le ragioni possono essere molteplici e tutte diverse. Mettiamoci pure la crisi che sta colpendo tutti e quindi anche solo 10/15 euro per un libro sono cifre impegnative.
Però il discorso cade se parliamo di biblioteche; queste importanti istituzioni li prestano i libri eppure i lettori forti sono pochi anche lì. Probabilmente l’origine di tutto è la mancanza di abitudine alla lettura, che fa dell’Italia uno dei paesi in Europa dove si legge di meno.
Molte persone si avvicinano alla lettura spinte dall’ultimo best-seller o da una serie TV tratta da un libro, ma molto spesso questi slanci sono fuochi fatui e si spengono non appena il vento cede il passo al nuovo fenomeno letterario del momento.
Come testimonia anche Isabella i lettori forti esistono e spesso desiderano confrontarsi con altri appassionati condividendo libri e opinioni. Un tentativo di rendere social su vasta scala la lettura è stato rappresentato da Anobii che però non ha dato i risultati auspicati, ma nulla vieta che si realizzi una rete più piccola, locale, che coinvolga un numero sempre maggiore di persone. La condivisione e il confronto sono anche elementi fondamentali nell’avvicinamento dei bambini al mondo delle parole scritte. Credo che un libro sia un’esperienza e spesso per vivere questa esperienza si ha bisogno di una guida, di qualcuno che ci accompagni per viverla al meglio.
I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale.
Amos Oz