È l’edizione numero 13 del festival “La passione per il delitto”, come è nata l’idea di questa rassegna e quali sono le difficoltà e gli obiettivi che ti proponi ogni anno?
Il festival è nato nel 2002, quando la narrativa di genere stava cominciando a ritagliarsi spazi importanti nel panorama italiano. Fin da subito il festival ha funzionato, e in breve è diventato uno degli appuntamenti più ricchi, a livello nazionale, con gli autori italiani e internazionali. Dopo così tante edizioni, l’obiettivo è quello di mantenere alta l’attenzione sui temi proposti, cercando di individuare interlocutori interessanti e fuori dal coro, e di riuscire a confezionare un evento divertente e originale, ma anche capace di regalare al pubblico un valore aggiunto – in termini di contenuti, conoscenze e spunti di letture – da portare con sé per il resto dell’anno.
Quali sono le principali novità per questa 13esima edizione?
Abbiamo cercato di costruire un festival “contaminato”, dove il libro e gli incontri con gli autori, sono lo scheletro di due giornate movimentate e multidisciplinari. Nel festival 2014 sono entrati un corso di scrittura, una gara di racconti che coinvolge direttamente il pubblico, la cucina strettamente legata a giallo e poliziesco, fotografia e arte, poesia, musica, cortometraggi. Il pubblico sarà coinvolto in scenari, tempi e proposte diverse e incrociate, per non replicare lo stesso format degli anni scorsi.
Ogni anno vengono proposti laboratori e incontri dedicati ai bambini, un modo per avvicinarli ai libri e alla cultura attraverso il gioco. Com’è la risposta dei più giovani?
I bambini e ragazzi rispondono ottimamente a queste proposte, e sono sempre molto ricettivi. Spesso il problema è convincere i genitori a farli partecipare, perché la comunicazione deve passare in primis da loro. Anche quest’anno proporremo un gioco per coinvolgere i bambini tra i 5 e 10 anni alla scoperta dei tema del mistero, con l’obiettivo di appassionarli a queste storie.