Il piacere della lettura

A chiusura del Festival letteratura di Mantova, sulle pagine de Il fatto quotidiano è apparso un articolo a firma Alex Corlazzoli, maestro e giornalista.
Partendo dalla sua esperienza all’ultima edizione del festival egli sottolinea come nella scuola italiana si insegni a leggere e scrivere ma non ad amare la lettura e la scrittura.
Nell’articolo si da voce a quello che è un mio pensiero: il piacere della lettura e della scrittura devono trovare altri percorsi differenti da quello scolastico per crescere. L’autore sostiene che i ragazzi interrogati sul loro rapporto con la lettura hanno dichiarato che la scuola suggerisce, impone direi io, la lettura di testi che non piacciono e che portano come estrema conseguenza alla convinzione che non ci sia nulla di buono e bello nella lettura. Allo stesso modo i ragazzi lettori hanno dichiarato di apprezzare i libri e testi suggeriti dai genitori. Inoltre, ne sono convinto, in una famiglia di lettori è più facile che crescano bimbi lettori. I bambini nei primi anni fondano la loro conoscenza del mondo sull’emulazione e un genitore che dedica il tempo libero alla lettura rappresenta un ottimo modello per la formazione di nuovi lettori.
Corlazzoli fa poi una panoramica dello stato delle cose in nord Europa dove la lettura è promossa a suon di euro e di investimenti che coinvolgono anche i più piccoli. In Italia, come spesso accade, ci si deve affidare alla buona volontà dei singoli per sopperire alle lacune delle Istituzioni. Purtroppo è da molti anni che non frequento più né direttamente né indirettamente gli istituti scolastici per cui non ho gli strumenti per giudicare l’efficacia dei metodi educativi moderni, ma nel mio percorso scolastico il piacere della lettura è stata una scoperta e conquista del tutto personale.
Ho notato negli ultimi anni un incremento delle iniziative a favore della promozione della lettura a partire dai più piccoli: fiabe animate, ore di lettura alle scuole elementari, iniziative da parte delle biblioteche…Mi sento però di suggerire qualche incontro destinato ai genitori perché, soprattutto nei primissimi anni, è importante che il genitore comunichi il libro ai figli. La lettura, così come qualsiasi attività destinata ai più piccoli, deve diventare un momento di condivisione e affiancamento. Non è pensabile acquistare un libro, seppur destinato a bimbi di 3 anni, per affidarglielo come un qualsiasi giocattolo e sperare che il bimbo trovi da sé l’aspetto ludico che si cela tra le pagine.

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