Quando ho saputo che ci sarebbe stata una ri-edizione del Diario di Anne Frank mi sono immediatamente chiesto “ma come si fa la ri-edizione di un testo tanto famoso e conosciuto?”
In questi anni ho avuto modo di conoscere autori, traduttori e anche curatori, ma mai prima d’ora un curatore di un’opera tanto famosa.
Così, spinto dalla curiosità e dal profondo affetto che mi lega a Matteo Corradini, lo scorso venerdì sono andato a Pavia alla presentazione del volume e mi si è aperto un mondo. Un mondo fatto di parole, di traduzioni, di singoli caratteri che possono essere interpretati e mutare radicalmente il significato della frase.
Ho scoperto che dietro questa edizione, Matteo Corradini e Dafna Fiano, traduttrice e quasi una coautrice, hanno passato più di un anno di intenso lavoro, una gestazione molto lunga, attenta e scrupolosa affinché nulla fosse lasciato al caso. Ho imparato che laddove la traduzione precedente parla di mangiare un gelato all’oasi, l’ufficio del catasto, interrogato nelle mappe dell’epoca, ha rivelato che in realtà il gelato si mangiava all’Oasi, una gelateria a pochi passi dalla casa di Anne Frank. Oppure, laddove si diceva che Anne si portava in bagno dell’idrogeno, si scopre che si trattava di perossido di idrogeno, banale acqua ossigenata. Anne non voleva costruire una bomba, ma esserlo lei stessa, come le numerose attrici Holliwoodiane che ritagliava e appendeva nella casa sul retro, e per farlo doveva necessariamente schiarirsi i baffetti.
Matteo Corradini e Dafna Fiano hanno restituito integralmente il senso del Diario cercando la traduzione più attinente allo scritto originale, una traduzione fedele e dalla quale non trasparisse il loro lavoro.
Quello che ci troviamo tra le mani leggendo la nuova edizione BUR è senza dubbio un volume che già fisicamente lascia percepire contenuti più ampi rispetto a quanto siamo abituati, ma è nella lettura che emerge il carattere innovativo che esprime tutta la sua potenza nel permettere al lettore, non solo di seguire la storia, ma anche di delineare il processo di crescita di Anne che emerge dalla scrittura stessa.
Un’ultima nota di colore: sapevate che Anne Frank, in sintonia con un’usanza olandese, scriveva filastrocche per accompagnare e giustificare la scelta di un regalo? Beh qui ne trovate alcune, pure divertenti. Avreste mai pensato di trovare dell’ilarità nel Diario di Anne Frank? Io no!
di Fabrizio Galli
Anne Frank – Diario
A cura di Matteo Corradini
Traduzione Dafna Fiano
Bur edizioni