Mi chiamo Fabrizio, sono uno che della reclame compra la fantasia, eternamente curioso e insoddisfatto.
È cominciato così l’incontro con Elisabetta Bucciarelli e chi si aspettava una presentazione canonica del libro Scrivo dunque sono si è trovato spiazzato davanti a quella che ben presto si è trasformata in qualcosa i molto simile a una terapia di gruppo.
In realtà Elisabetta ha voluto, attraverso semplici giochi, dimostrare la potenza e la portata delle parole.
Scrivo dunque sono è il terzo dei suoi libri che indaga proprio l’universo delle parole, analizzandole come strumento di comunicazione non solo verso gli altri, ma anche dentro se stessi.
Commuovere, muovere verso, è la parola chiave che più volte Elisabetta Bucciarelli ha utilizzato per suggerire riflessioni oltre la scrittura.
Il pubblico, inizialmente perplesso, si è prestato e alla fine ha dato ampi cenni di approvazione, tanto che il tempo è volato ed è rimasto solo il tempo di qualche domanda e di una piccola presentazine di un progetto in cui l’autrice crede molto: Racconti in sala d’attesa. Si tratta di un progetto no-profit che punta a portare buone letture in quei luoghi dove si ha più tempo a disposizione per potervisi dedicare. Diversi nosocomi come il Sant’Anna di Como hanno aderito con entusiasmo al progetto e ora per ogni coppia di libro venduto una coppia verrà donata ad altre strutture che aderiranno all’iniziativa. Le tre copie che Libri al sette aveva a disposizione sono letteralmente andate a ruba, ma presto ne arriveranno altre per tutti coloro che vorranno contribuire al progetto.
Un brindisi con i fantastici biscottini del Casereccio hanno concluso la serata che ci auguriamo sia la prima di una lunga serie.
Un grazie a tutti gli intervenuti, a Elisabetta Bucciarell professionista delle parole, a Paola Pioppi sparring partner d’eccezione e all’Amministrazione Comunale che ha patrocinato la serata.