Giulio Perrone è al suo romanzo d’esordio come scrittore, ma appartiene già al mondo dei libri come editore.
Cosa ti ha spinto a passare dall’altra parte e a scrivere un tuo romanzo?
La passione per la scrittura che mi accompagna da sempre insieme a quella per la lettura e mi ha portato poi a dedicare tutta la mia vita ai libri. Nel 2005 quando ho aperto la Giulio Perrone Editore ho pensato che fosse giusto dedicarmi totalmente ai libri degli altri, ma poi un paio di anni fa la voglia di scrivere è tornata fuori prepotentemente e ho pensato che fosse giusto assecondarla. Ora mi godo questa bella esperienza che mi sta dando molte soddisfazioni e stimoli nuovi.
Il personaggio protagonista è proprio l’esatto contrario rispetto al classico investigatore: maldestro e insicuro. Si troverà ad affrontare qualcosa più grande di lui. Come è nata la figura di Riccardo, antieroe e uomo comune?
È nata dall’idea che fosse molto più interessante raccontare una storia noir non partendo dal presupposto di un investigatore infallibile ma di un ragazzo comune che tutto vorrebbe fare tranne che lasciarsi risucchiare da questa brutta storia. Il passato che torna in modo perentorio e improvviso lo costringe a mettersi in movimento e a cercare, come dicevi giustamente in modo maldestro e disorganizzato, la verità. Credo in questo senso di aver sicuramente piegato la trama al protagonista e non viceversa. Il suo sguardo entra in tutto il libro e da esso dipende il racconto che si snoda attraverso i suoi occhi e le sue scoperte.
Dal tuo punto di vista privilegiato da editore e scrittore, come vivi il mondo editoriale e la sua crisi? Passando oltre la barricata che impressioni ne hai avuto?
Lo vivo con la solita passione ma con non poche difficoltà che mi portano certi giorni a pensare che stiamo davvero in trincea per difendere questa fortissima, insaziabile passione per i libri. Completare l’esperienza con quella di scrittore mi è servito per capire come sia davvero difficile oggi non solo scrivere ma soprattutto far conoscere e leggere un libro. E mi sta portando anche a conoscere ancora più appassionati e librai che giorno dopo giorno, soprattutto in provincia, lottano e riescono a vincere questa battaglia contro il silenzio in cui spesso viene lasciata la cultura in Italia.
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