Stefano Amato nell’intervista che ci ha gentilmente rilasciato dice una cosa che mi fa riflettere:
“non c’è niente di peggio di qualcuno che voglia convincerci della bellezza di un piacere. Io stesso, quando intorno a me le voci che spingono alla lettura si fanno troppo moleste, perdo quasi la voglia di leggere”.
Facciamo mille campagne, spingiamo i ragazzi a leggere “per forza”, per dovere, per fare poi la famosa scheda del libro, senza pensare a cosa può piacere ai ragazzi.
Insomma, leggere è un piacere, un divetimento, un modo per viaggiare e per alleggerire la mente dai pensieri quotidiani, certo è anche un modo per riflettere e imparare qualcosa, ma prima di tutto è un piacere. Chi lo fa lo deve fare perchè ha voglia di qualcosa di bello.
Compito nostro non è convincere alla lettura, ma aiutare a trovare il piacere, non imposto, di un libro, il libro giusto per ognuno di noi.
Lo so, l’ho già detto mille volte, sono concetti triti e ritriti, ma è un mutamento di prospettiva che può avvicinare un maggior numero di persone alla lettura: non bisogna convincere gli altri che leggere è un piacere, ma lasciare che lo scoprano da sé.
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